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La storia del cioccolato è una storia che va indietro di tantissimi secoli. I popoli dell’America Centrale e del Messico (delle pianure meso-americane) furono i primi a coltivare l’albero del cacao. L’albero cresce nelle pianure tropicali in tutto il mondo, ma è originario dell’America centrale (cresce all’ombra dei grandi alberi delle foreste pluviali calde e umide). I piccoli fiori si avvinghiano direttamente al tronco e ai rami. Da questi fiori nasce poi il frutto i cui semi vengono usati per produrre il cioccolato. La raccolta e la lavorazione del cacao sono cambiate poco negli ultimi 3 millenni. Un albero in un anno produce circa 60 baccelli suddivisi in più raccolti. I coltivatori di oggi hanno creato una doppia copertura nella foresta, rispettando così la biodiversità la foresta tropicale originaria. Ogni frutto contiene un numero di chicchi sufficiente a produrre 7 tazze di cioccolato caldo o due tavolette di cioccolato fondente.
I chicchi vengono estratti dai baccelli di cacao, poi vengono lasciati a fermentare per circa 3 giorni; successivamente vengono fatti essiccare al caldo sole tropicale; dopo, i produttori odierni fanno tostare i chicchi in un forno a gas per mantenere la loro consistenza. Le ricette per la produzione del cioccolato sono moltissime.
La bevanda di Montezuma era molto diversa da quella attuale – la ricetta originaria era, infatti, una mistura piccante di acqua, cacao e pepe macinato del Cile, spesso mischiata con miele, vaniglia, mais o sostanze allucinogene Nelle case tradizionali il cioccolato viene fatto in modo artigianale: si inizia tostando il cacao su una superficie di terracotta; poi il guscio viene tolto attentamente ed infine i semi vengono macinati fino a quando il cioccolato ricco e grasso non si scioglie in un impasto morbido e vellutato. A quanto sopra vengono aggiunti anche altri ingredienti macinati. Per fare poi la bevanda si aggiunge acqua e si sbatte con forza. Oggi questo alimento continua ad essere miscelato al mais e ad aromi, compreso il pepe nero, per creare una varietà di bevande.
I vasi Maia hanno rivelato le prime ricette conosciute di cioccolato, come il cacao fresco o il cacao schiumoso. Il metodo antico per la schiuma consisteva nel versare e riversare la bevanda da un vaso all’altro per creare la schiuma (considerata simbolo del vento, del respiro e della forza che alimenta l’anima).
Con l’arrivo degli spagnoli, i monaci sono diventati i guardiani del cioccolato mentre le cucine dei loro monasteri sono diventate i primi laboratori. Furono i monaci ad adattare le ricette tradizionali al palato europeo aggiungendo anice, cannella, mandorle, nocciole e soprattutto zucchero. Nel mercato internazionale, dominato inizialmente dalla Spagna (avente un ruolo di mediatore), sono gradualmente entrati anche altri paesi come l’Olanda, l’Inghilterra, la Francia, etc.
Alla fine del 1600 le botteghe che vendevano cioccolato diventarono popolari luoghi di riunione la cui atmosfera anti-puritana spesso ricordava i bordelli. La reputazione del cioccolato come afrodisiaco si diffuse ovunque. Il cioccolato si è poi evoluto diventando un prodotto completamente nuovo: gli attuali cioccolatini o tavolette. I centri benessere hanno scoperto invece nuove vette nell’utilizzo del cioccolato diventato un prodotto per rivestire il corpo; o l’ingrediente principale per il bagno di cioccolato schiumoso.
Il cioccolato, bevanda che inizialmente era un’offerta sacra per i dei, ha lanciato un incantesimo moltissimi anni fa e ci tiene tutti nel suo potere.
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