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Canaletto e i vedutisti del '700 a Venezia.(LSSEV)

 

Canaletto. Veduta del Bacino di San Marco dalla Punta della Dogana. 1745. Pinacoteca di Brera- Milano                                                                                                                                                                                                                                                                

                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

Gentile Bellini .- Processione in Piazza San Marco. -1496.- Venezia. Galleria dell'Accademia-             Giovanni Bellini. Pietà Martinengo. 1505. Venezia Galleria dell'Accademia.

La pittura di vedute, è stata destinata a una funzione di sfondo o scenario di fatti umani, storici o mitologici, già dal '400 con  Giovanni e  Gentile Bellini e Vittore Carpaccio. (1495 Storie di Sant'Orsola. Ritorno degli ambasciatori dall'Inghilterra )

 

Jan Vermeer. - Veduta di Delft .1660 -. Museo Oliol su tela Mauritshuis - L'Aia

La pittura di vedute in modo realistico, vero soggetto del quadro, nasce in Olanda nella metà del '600 (veduta di Deft di Vermeer) . Era in Olanda che si era affermato l'uso del cannocchiale, adottato da Galileo, per una visione più lucida e realistica della realtà. La veduta realistica prescinde dalla presenza umana attiva, e anche se popolata di figure, queste sono macchiette che fanno parte del contesto dello spazio pittorico come elementi secondari.

 

Gaspar Van Wittel (1653-1736)

È quindi un pittore olandese “Gaspar Van Wittel”, il padre di Luigi Van Vitelli (l'architetto della Reggia di Caserta) , il primo che si dedica alle pitture di vedute in Italia. Le sue vedute sono riprodotte con minuziosa rappresentazione di dettagli, trascurando volutamente aspetti folcloristici o pittoreschi, privilegiando visioni scenografiche o monumentali con lucido realismo, in una luce limpida e intensa.                                                                                                                          

      

  Gaspar Van Wittel. Ingresso Canal Grande e Chiesa della Salute. 1710 Galleria Colonna Roma

                               

 Gaspar Van Wittel . Veduta dall'Isola di S.Giorgio. 1697. Museo del Prado.- Madrid

Il soggiorno in Italia e poi a Venezia di Gaspar Van Wittel apre la strada ai vedutisti veneti: Luca Carlevaris, Canaletto, Bernardo Bellotto e Francesco Guardi.               

 

Gaspar Van Wittel. Veduta di Roma e del Tevere. 1685.- Kunsthistorishes Museum. Vienna.

 

                                                     

       Gaspar Van Wittel. Roma e Castel S.Angelo- 1683. Musèe des Beaux Arts Rouen

Il '700 è inoltre il secolo del “Gran Tour” e la grande richiesta di vedute è dovuta ai molti nobili stranieri, che non potevano far ritorno se non con le vedute delle città che avevano visitato.

 

Luca Carlevaris (1663-1729)

 

Luca Carlevarijs. Veduta del Palazzo dei Dogi da Riva degli Schiavoni. 1710. Gall. Naz. Aarte antica. Roma.   

    L. Carlevaris. Fabbriche e vedute di Venezia. 1703 (cliccare: " esc" per aprire catalogo)

Luca Carlevaris (1663-1729), figlio di un matematico e in contatto con Gaspar Van Wittel, fu il primo a occuparsi di vedute a Venezia e pubblicò già nel 1703 una serie di 104 stampe della serie Fabbriche e vedute di Venezia , considerato il primo documento del vedutismo italiano. Rimase legato ad un taglio scenografico delle vedute ma evitando forti effetti ed usando la prospettiva come mezzo di coordinamento visivo e non di illusione spaziale.

Carlevaris fu il primo ad utilizzare la camera ottica e fece coincidere la veduta prospettica con la veduta ottica, accompagnando il degradare delle grandizze con l'addensarsi di velature trasparenti, rendendo lo spessore dell'atmosfera.

 

CanalettoOpere.

Antonio Canal detto Canaletto (1697-1768) ebbe una formazione come scenografo teatrale, essendo figlio di uno scenografo e memore della tradizione della famiglia Galli di Bibbiena , che furono grandi virtuosi di prospettiva nelle scenografie teatrali dal 1680 alla prima metà del '700.

                                                                          Ferdinando Galli di Bibbiena .  Scenografie teatrali.                                                Giuseppe Galli di Bibbiena scena di rappresentazione teatrale       

Nel 1716 Canaletto, assieme al padre, crea fondali scenografici per le opere di Antonio Vivaldi e, a Roma nel 1719, dipinge i fondali prospettici delle opere di Domenico Scarlatti ; è in quell'occasione che entra in contatto con Gaspar Van Vittel rimanendo colpito dalle vedute dei pittori fiamminghi e olandesi. (Per un approfondimento su Vivaldi e Scarlatti, riservato ai musicisti vedere i link alle unità B2-8054 e C1-8092

 

                       Canaletto. Piazza San Marco 1723 Museo Tyssen Madrid. Canaletto.                         Bacino di San Marco verso est e S. Giorgo 1730 Museum of fine arts Boston       

Canaletto mise a frutto questa impostazione decisamente scenografica ma affrontò il problema in modo critico: adottò l'uso della “Camera Ottica” appresa da Carlevaris e divenne così uno dei più lucidi esponenti della cultura illuministica europea.

             

La Camera Ottica, già in uso in Olanda alla fine del '500, è l'antenato della macchina fotografica. Attraverso un obiettivo, essa era in grado di catturare un'immagine reale proiettandola su uno specchio obliquo che la rifletteva una sua volta su un vetro smerigliato; sovrapponendo un foglio a questo piano, l'artista poteva ricalcare fedelmente l'immagine.

                                       Canaletto. Il Prà della Valle a Padova 1746 Museo Poldi Pezzoli Milano.                                  Canaletto. Canal Grande. 1726 Galleria degli Uffizi Firenze

 

Per Canaletto la Camera ottica non è però un sussidio prospettico: di prospettiva Canaletto, già scenografo ne sapeva anche troppo.

Canaletto vuole ridurre a verità razionale una spazialità scenografica basata sull'illusorio, è un modo per sfrondare, detergere l'immagine dal falso vedere a cui gli occhi e la mente sono stati abituati dalle infinte astuzie della prospettiva barocca, quasi sempre impiegata non a vedere chiaro ma a confondere le idee con visioni illusorie. (Andrea Da Pozzo Gloria di Sant'Ignazio )

L'immagine è costruita con estremo rigore e lucida aderenza al dato visivo che non esclude libertà di interpretazione o modifica della realtà. L'utilizzo della camera ottica affiancata in più riproduzioni consente di ampliare la visione quasi a livello grandangolare creando spesso deformazioni o distorsioni per aumentare l'effetto prospettico.

La camera ottica è quindi un mezzo per razionalizzare la visione, e tale chiarezza può essere definita Illuminista in quanto esprime certezze di una verità oggettiva, razionale conoscibile.

Le particolarità della visione di Canaletto derivano dall'attenzione per la resa atmosferica, dalla scelta di precise condizioni di luce per ogni momento della giornata e da un'indagine sulla realtà condotta con criteri di oggettività scientifica.

                     

Canaletto. Piazza San Marco verso la Basilica 1735 Cambridge (Massachusets) Fogg Art Museum.        Canaletto. Il Bucintoro al molo il giorno dell'Ascensione 1740 Coll. Agnelli Torino

 

 

Il ritorno del Bucintoro in occasione dell'ingresso dell'Ambasciatore Imperiale. 1729. Collezione Crespi Milano 

 

                           

                                   Canal Grande verso Punta Dogana da Campo SanVio 1740- Brera Milano

Nelle sue vedute Canaletto coglie la città in tutti i suoi aspetti: dalla bellezza delle vedute dei suoi monumenti ai riti civili e religiosi, alle attività quotidiane nelle calli e campielli.

          

       Canaletto. Il Cortile dello Scalpellino.  1728 National Gallery Londra

 

                                     

            Canaletto. Il Campo di Rialto.1763. Gemaldegalerie. Berlino                                                            

 

La luce è tesa e vibrante, così da conferire un nitido risultato a tutti i dettagli e si differenzia per qualità a secondo del luogo e del momento.

La sua pittura è caratterizzata da rapide e sintetiche macchie in una luce calda, ottenuta mediante il colore dato a piccoli tocchi impastato di bianco e ocra dando  tonalità calde e dorate ai suoi quadri.

 

      

  

Canaletto- Il molo verso Riva degli Schiavoni. 1742 - Pinacoteca di Milano Castello Sforzesco         Canaletto. Il molo verso la Zecca e la colonna 1742- Pinacoteca Castello Milano                      

 

                                                                       

              Canaletto- Capriccio con edifici Palladiani- 1755 Parma Galleria Nazionale                                                     Capriccio di Prospettiva con Portico 1765-Venezia Galleria Accademia

Spesso i vedutisti adottano anche vedute di pura fantasia creando i così detti: “Capricci”, visioni immaginarie create dall'inserimento di edifici inesistenti, ruderi antichi, piramidi, archi, colonnati, in assemblaggi inesistenti ma verosimili.

Le prime vedute veneziane di Canaletto risalgono al 1722-1723 e verso il 1730 la sua produzione è principalmente assorbita da una scelta clientela inglese che lo portò nel 1746 a lavorare a Londra e solo dopo dieci anni a far vritorno definitivamente a Venezia.

               

                Veduta del Tamigi e della City da un arco del Westmister Bridge 1747. Castello di Almwick           

                                 

                       Il Tamigi con la Cattedrale di Sant.Paul il giorno di Lord Mayor. 1746. Coll. Praga. Lobkowicz

Era logico ch e il pittore illuminista venisse specialmente apprezzato nel paese in cui la cultura illuminista si sviluppava e diffondeva senza contrasti.

Si deve soprattutto a Joseph Smith, console inglese a Venezia, grande amico, mercante e collezionista di Canaletto, il trasferimento di Canaletto a Londra e le numerosissime vedute veneziane e inglesi, vendute in seguito a Re Giorgio III ° ed ora proprietà della Corona inglese.

                                              Castello di Worwick 1752 - Museo Tyssen.                                      Madrid Castello di Alnwick 1752- Northumberland.                   Eaton College 1754- National Gallery- Londra

 

 

Bernardo Bellotto

Nipote di Canaletto, Bernardo Bellotto (1721-1780) aveva appreso dallo zio le tecniche di resa oggettiva della veduta mediante l'uso della Camera Ottica, spesso affiancando più riprese, con effetti “grandangolari” e dilatando i rapporti proporzionali e prospettici. Riconosciuto dallo zio per la sua bravura, ottenne il permesso di usare anche lui la firma come “Canaletto”, venendo incontro alle numerose richieste di vedute.

                          Bernardo Bellotto - Veduta di Gazzada 1744 - Milano Pinacoteca di Brera                                           Bernardo BellottoVeduta di Gazzada -1744- Milano Pinacoteca di Brera  

Le vedute di Bellotto sono caratterizzate da una luce fredda e cristallina, non vi è più l'atmosfera calda e dorata delle vedute di Canaletto, l'aria è tersa e una resa fedele degli spazi attraverso forti contrasti chiaroscurali rendono le vedute di una straordinaria precisione e solidità con una resa decisamente fotografica.

 

                                                                  Bellotto-Canal Grande davanti a Santa Croce.-1740 Londra National Gallery.                                           Bellotto- Palazzo Giureconsulti e Broletto Milano 1744-Milano Pinacoteca Castello                                                   

La luce delle vedute di Bellotto è come se fosse amplificata e aderisse alle cose come una materia sulla materia rendendo le ombre pesanti, quasi nere.

Per la loro concretezza e precisione le vedute di Bellotto riescono molto bene a documentare il carattere di un sito, città o campagna. Questa sua qualità così originale fu il motivo dell'affermazione di Bellotto come il ritrattista delle città europee presso le corti di Torino, Dresda, Monaco, Vienna e Varsavia

                                          Bellotto-Rovine del vecchio Kreuzkirche Dresda- 1765- Dresda Gemaldegalerie.    Bellotto- Veduta di Dresda con la Frauenchirke 1740 Dresda Gemäldegalerie

 

                                                                                                                                                                        

    

            Bellotto- Piazza Signoria a Firenze 1742- Budapest Museo Belle Arti

                                                                                                                               

Francesco Guardi (1712-1793)

                                                                           Francesco Guardi- Il Bucintoro il giorno dell'Ascensione- 1760- Museo de Louvre- Parigi

 

               Guardi- Veduta del Canal Grande con le fabbriche di Rialto-1760- Milano Brera Guardi-               Veduta del Canal Grande verso Rialto- 1760 Milano Pinacoteca di Brera

Figlio di Domenico e fratello di Gian Antonio, faceva parte di una famosa famiglia di pittori.

Diversamente da Canaletto e Bellotto, Francesco Guardi non mira a risultati oggettivi di nitida precisione ma ci propone un'interpretazione soggettiva ed evocativa del dato reale.

               

Guardi- Il Molo con la Libreia e la Chiesa della Salute 1770- Venezia Cà d'Oro.                                 Guardi- L'Isola di san Giorgio Maggiore. 1775- Ermitage San Pietroburgo

Mentre Canaletto ci rende un'immagine studiata nella sua precisione, inquadratura e luce, Guardi ci rende ogni condizione atmosferica e non c'è canale abbandonato o angolo morto di laguna, muro scrostato o intonaco cadente che non meriti la sua attenzione.

                                                                                                                                              

 

   Guardi. Viaggio verso l'esterno del Bucintoro a San Nicolò del Lido. 1785- Coll. privata.                                                                                                               

                                                                                                             

      

Guardi- Tribuna in Campo S.Paolo a Venezia - Washington DC.                        Guardi- Piazza sn Marco -1760 Accademia di Carrara. Bergamo                 

 

Le inquadrature e le prospettive tradizionali, i profili dei monumenti più noti sfumano nell'atmosfera, si consumano in ombre fonde; è una Venezia disfatta dall'acqua, dalla nebbia, dalla luce stessa che viene proposta da Guardi nella coscienza della sua decadenza e con un sentimento di nostalgia.

Mentre Canaletto è già illuminista Guardi è preromantico e ci rende l'immagine di una Venezia evanescente e irreale che nel disfacimento delle forme e nelle malinconiche penombre, tradisce la consapevolezza del proprio ineluttabile declino.

                                                                                          Francesco Guardi - Laguna Grigia 1765- Museo Poldi Pezzoli -Milano

   

Franceco Guardi. Incendio deposito di olii a san Marcuola - 1789- Venezia Galleria dell'Accademia.

 

L'arte di Guardi rappresenta l'ultimo approdo della vena più spigliata ed estrosa della pittura settecentesca come dimostrano le sue straordinarie vedute di fantasia, le invenzioni di sogno dei suoi “Capricci” realizzati con un'assoluta libertà pittorica e compositiva.

    

Guardi. Capriccio 1760 - Accademia Carrara Bergamo - Guardi. Capriccio con arco a rovina 1770- Muncie, Bell State University, D. Owsley Museum of Art.

 

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