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Leonardo-(LSSEV)

Leonardo

La formazione e la natura.

Nato a Vinci nel 1452 figlio illegittimo di un notaio, crebbe nella casa paterna con studi irregolari, privo di una formazione umanistica, non conosceva il greco, aveva scarsa conoscenza del latino e non sapeva applicare il calcolo matematico.

Come lui stesso si definiva “omo senza lettere”, la sua formazione è legata all’esperienza diretta, frutto di uno sguardo curioso e attento sulla realtà.

Cresciuto  nel mondo contadino della Val d'Arno, sin da bambino fu a contatto con la  natura e spinto da curiosità e sete di sapere aveva osservato piante e animali, il corso delle acque e la forma delle rocce.  

Il suo primo disegno a nostra conoscenza è “Paesaggio della Valle dell’Arno , 1473 Firenze Uffizi.                          

Questa libertà di apprendimento si concretizzò  nella rielaborazione delle informazioni che derivano dall’osservazione empirica  procedendo per prove ed errori ed in questo senso va letta anche  la sua capacità di scrivere all’incontrario da destra verso sinistra.

 

La formazione presso il Verrocchio

Trasferitosi a Firenze nel 1469 fu inserito nella bottega artistica del Verrocchio dove si sperimentavano tecniche artistiche diverse, dall’oreficeria alla scultura, dal disegno alla pittura,  fino alla carpenteria e meccanica e fu  Verrocchio nel 1471 a posizionare la sfera di rame su la lanterna di Santa Maria del Fiore.

Fu quindi questo  aspetto “tecnico” della sua formazione assieme allo studio della natura a spingerlo verso l’applicazione del metodo sperimentale verso ogni campo d’indagine: anatomia, botanica, idraulica, ingegneria, ingegneria militare,  pittura, architettura, urbanistica, moto dei corpi, geometria, studi sul volo ecc..

  

Annunciazione  1475- Firenze Galleria Uffizzi

Verrocchio Sarcofago per Piero de Medici. Firenze San Lorenzo Sagrestia Vecchia

L’influenza di Verrocchio si vede molto bene nell’Annunciazione 1472/75 dove riprende un particolare del Sarcofago eseguito da Verrocchio per Piero de Medici. (Firenze Sagrestia vecchia di San Lorenzo 1472).

   

 Adorazione dei Magi, 1482 ca. Firenze Galleria degli Uffizi..                                  Studio per l'Adorazione dei Magi, 1481, penna e inchiostro su carta, Firenze, Galleria degli Uffizi.

 

Nel 1481 Leonardo realizza l’Adorazione dei Magi  ma la tavola rimarrà incompiuta per la suo trasferimento a Milano.  L’adorazione dei Magi si distacca dalla tradizione in quanto non ha più la funzione di celebrare i committenti che erano monaci agostiniani ma si basa sulla rappresentazione della Epifania nel significato letterale di “apparizione del sacro”, la manifestazione di Gesù è vista  come un evento rivoluzionario che si cala nel mondo contemporaneo sconvolto da guerre e  rovine. La composizione triangolare dell’adorazione posta in primo piano è perno del  moto circolare composto  da numerosi personaggi adoranti venuti a vedere Gesù e questa composizione circolare si inserisce in modo  dirompente nella prospettiva centrale basata su di un reticolo prospettico  nella quale sono rappresentate scene di battaglia, violenza e rovine.

 

Leonardo a Milano

Probabilmente per distaccarsi dall’orientamento neoplatonico della cerchia di intellettuali della corte di Lorenzo il Magnifico, Leonardo “omo senza lettere”, per la natura sperimentale della sua ricerca trova in  Milano un ambiente più stimolante ed in cui si sente meno vincolato.

Nella lettera a Ludovico  Sforza detto il Moro e conservata tra i fogli del Codice Atlantico, Leonardo si presenta come ingegnere militare, architetto civile, ingegnere idraulico, scenografo esperto nell’organizzazione di apparati per feste ecc.. solo alla fine della lettera dedica poche righe alle sue capacità artistiche in scultura e pittura.

A Milano Leonardo arrivò nel 1482 incontrando Bramante che vi risiedeva dal 1478 come architetto ducale mentre a lui fu riservato il ruolo di artista di corte. Lavorò a Milano  tra il 1482 e il 1499 realizzando opere come la “Vergine delle rocce” nelle due versioni: Louvre del 1486 e National Gallery del 1494,  la “Dama con l’ermellino” del 1490 ora a Cracovia,  la “Sala delle Asse” al Castello Sforzesco 1499, l’Ultima Cena 1498 a Santa Maria delle Grazie a Milano.

Il ritorno a Firenze, poi Milano, Roma e la Francia.

Nel 1499 il re di Francia Luigi XII conquistò Milano e Leonardo lasciò la città tornando nel  1500 a Firenze dove risiedette di nuovo tra il 1500 ed il 1506 realizzando la “Battaglia di Anghiari”. Nel 1506 ritornò a Milano, questa volta assunto dal re di Francia, fino al 1513 quando si trasferì per tre anni a Roma. A Roma dovette sentirsi ormai estraneo al clima culturale  dominato da Michelangelo e Raffaello  e nel 1516 lasciò definivamente l'Italia per la Francia accettando l’incarico di lavorare per Francesco I.

In Francia Leonardo portò con sé alcune opere tra cui “La Gioconda”, morirà nel 1519 nel Castello di Ambuase in Borgogna.

 

I disegni e gli appunti.

Mentre la produzione pittorica è limitata a una quarantina di dipinti (considerando le opere perdute), sono numerosissimi i disegni e gli appunti raccolti nei più famosi codici: Codice Atlantico, conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano; Codice I e II di Madrid, (Madrid Biblioteca Nazionale); Codice Ashbunham (Parigi, Institue de France); Codice Arundel (Londra British Library); CodiceTrivulziano (Milano Biblioteca Trivulziana al Castello Sforzesco); Codice Hammer (già Codice Leicester), acquistato  nel 1994 da Bill Gates con finalità pubblicitarie e unico di proprietà privata. Ai codici si aggiungono i Fogli di Windsor circa 600 fogli di disegni parte della collezione reale del Castello di Windsor.

Ecco spiegato il motivo per cui quando Leonardo si presenta a Ludovico il Moro da di sé una presentazione di inventore e scienziato, scenografo ecc. e riserva solo poche parole alla sua esperienza di pittore.

          

La natura alla base della sua poetica.

Per Leonardo l’arte è un mezzo per conoscere la realtà come l’indagine scientifica e filosofica. Attraverso il disegno che considera “cosa mentale”, processo intellettuale, si può visualizzare e condurre l’indagine sul reale in tutte le discipline. Col disegno studia la natura e i fenomeni naturali, conduce le sue ricerche e scoperte, dall’anatomia alla meccanica, dalla botanica alla cosmologia, trasmettendo sempre una febbre di ricerca: la domanda relativa all’ipotesi, la curiosità per la verifica. 

Tutto ciò è espresso molto bene nei suoi vari codici mentre per la pittura dedica un trattato specifico separando l’arte dalla scienza.  

Alla base di tutta la sua opera, sia nei trattati che nella pittura, vi è sempre  uno studio attento della natura e dei suoi fenomeni.  Dalla natura tutto proviene, tutto è generato.  Già lo sfondo di una delle sue prime opere , ”l’Annunciazione di Monte Uliveto”  è uno paesaggio di rocce avvolto in una nebbia, la natura è lo sfondo di "S.Anna la Vergine e il Bambino" e la "Gioconda"; nella natura è immersa la "Vergine delle rocce".

Nei suoi studi prospettici supera la concezione geometrica attraverso la “prospettiva aerea”, rendendo le lontananze attraverso  l’addensarsi dell’aria in profondità.  

Attraverso lo “sfumato”, eliminando la linea netta di contorno e degradando in lievissimo chiaro-scuro, fonde le figure con lo spazio circostante che è quasi sempre uno sfondo naturale.

Nella “Battaglia d’Anghiari” , opera perduta e testimoniata da un cartone di Rubens, ci rende l’impeto e la violenza come se stesse rappresentando una tempesta. 

Ultima Cena, 1495-1498. Tecnica mista su muro, 460x880cm. Milano, Refettorio di Santa Maria delle Grazie.

 

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