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Il Sistema Digerente

SuperQuark - Come siamo fatti dentro 2 - L'Apparato Digerente

Continuiamo ora il nostro viaggio all’interno del corpo umano alla scoperta degli straordinari paesaggi cellulari che si possono osservare con il microscopio elettronico a scansione.

La scorsa volta abbiamo esplorato la bocca, in particolare la lingua dove si trovano le papille gustative, che ci permettono di riconoscere i cibi, il gusto dei cibi, che mangiamo. E anche le papille filiformi che inviano al cervello le sensazioni tattili del cibo.

Oggi seguiremo il percorso di un boccone dopo essere stato masticato e inghiottito. Quindi iniziamo subito.

Eccoci nell’esofago. E’ qui che il cibo scende verso lo stomaco. Quelle piegoline che sembrano tante impronte digitali contengono un muco che permette al boccone di scivolare come su un toboga. E’ una superficie continuamente lubrificata da speciali ghiandole che facilitano lo scorrimento verso la grande caverna.

Qui vediamo proprio il punto di passaggio tra l’esofago e lo stomaco. La superficie cambia improvvisamente. Nello stomaco milioni di ghiandole producono i succhi gastrici, acido cloridrico e pepsine, per aggredire gli alimenti. Lo stomaco in pratica è una potente vasca chimica, dove i movimenti delle pareti muscolari rimescolano tutto come un’impastatrice. Questo lavoro dura circa tre ore.

E’ qui che viene assorbito direttamente l’alcool e questo spiega la rapidità della sua azione. In queste immagini si vedono bene i pozzetti da cui escono i succhi gastrici.

Ma perché questi acidi non attaccano anche lo stomaco? Perché la superficie è protetta da una sostanza che neutralizza il loro effetto, ma quando non funziona ecco cosa può succedere: un’ulcera. In anni recenti si è scoperto che un batterio è associato all’ulcera, è l’helicobacter pylori e lo vediamo qui in violetto. Il medico che propose questa ipotesi fu contrastato per anni fin quando il batterio venne effettivamente trovato.

Ma eccoci al passaggio tra lo stomaco e l’intestino tenue. Anche in questo caso il cambiamento è molto netto. Qui emerge una nuova struttura tipica dell’intestino, quella dei villi. Sono miriadi di piccole protuberanze destinate a assorbire le sostanze nutritive. Ognuno di questi villi è composto da migliaia di cellule che hanno a loro volta centinaia di microvilli. Quindi in definitiva ogni centimetro quadrato ha circa un miliardo e mezzo di microvilli. Pensate che distendendoli tutti ne risulta una capacità assorbente di circa 300 metri quadri.

E qui vediamo una cosa interessante: un appiattimento patologico dei villi intestinali. Questo crea un disturbo grave: la celiachia.

Ma ecco dove vanno a finire le sostanze assorbite: nel fegato. Qui è come viaggiare in una città dei mille canali, come Venezia o Amsterdam. E’ in questi labirinti che avviene la trasformazione degli alimenti in sostanze nutritive. Ed è anche qui che vengono filtrate le sostanze tossiche. Vediamo i tubuli in cui scorre il sangue: Il fegato è la più grande macchina del nostro corpo. Svolge centinaia di funzioni tutte vitali per l’organismo. In queste immagini si vedono in verde i canalicoli che trasportano la bile. Il fegato la produce ogni volta che mangiamo. Pensate che basta la sola vista del cibo per provocarne la secrezione. Ogni giorno ne viene prodotto circa mezzo litro e anche di più. Ed ecco dove va a finire: nella cistifellea. Questa strana superficie è quella della sacca che raccoglie appunto la bile per poi spruzzarla nell’intestino e sciogliere i grassi. Se si contrae a vuoto si ha un travaso di bile.

Qui vediamo le cellule dell’altra ghiandola che collabora alla digestione: il pancreas. Gli enzimi pancreatici sono contenuti in piccole vescicole, evidenziate qui in viola, per evitare di danneggiare il tessuto in cui scorrono.

Siamo infine giunti al passaggio che ci porta nell’intestino crasso e qui la superficie si appiattisce perché è il luogo in cui si concentrano i residui da eliminare. Alla fine del lungo viaggio l’acqua viene riassorbita e i residui escono infine fuori a riveder le stelle!

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